Rapporto Uilca su desertificazione bancaria: come la pensano gli umbri
Nove persone su dieci si dichiarano insoddisfatte della chiusura dei presidi bancari nel proprio comune
PERUGIA – Ben nove persone su dieci si dichiarano insoddisfatte della chiusura dei presidi bancari nel proprio comune, mentre è sempre fondamentale il rapporto con un operatore bancario. E’ quanto emerge da un’indagine demoscopica condotta nel corso del 2023 anche tramite interviste nelle piazze dei comuni oggetto della campagna “Chiusura filiali? No grazie”. A livello nazionale sono state ascoltate 2.870 persone di età compresa fra i 18 ed i 65 anni, in prevalenza occupati (71,9%), con un titolo di studio di scuola superiore o laurea pari al 75,5%, il 48% donne ed il 52% uomini. In particolare, la cosiddetta area Nielsen 3 composta dalle regioni Umbria, Toscana, Lazio, Marche e Sardegna è stata interessata da 596 interviste.
Per otto persone su dieci non è sufficiente rimpiazzare lo sportello fisici con un semplice bancomat, mentre addirittura per sette persone su dieci la prossimità di uno sportello bancario rileva ai fini della propensione all’investimento in prodotti finanziari. Tutto questo ad ulteriore dimostrazione che la banca non è per la gente solo il luogo dove poter custodire i risparmi ma costituisce vieppiù il motore da cui si origina la produzione della ricchezza. Sono queste, in sintesi, le principali evidenze emerse dalla ricerca svolta dalla Uilca durante la campagna itinerante “Chiusura filiali? No grazie”. Queste risultanze sono state presentate nei giorni scorsi in occasione di un convegno svoltosi presso la sede del CNEL a Roma, nel corso del quale si è registrata la presa di posizione del Presidente Renato Brunetta, il quale ha proposto l’avvio di un tavolo di confronto sul tema della chiusura degli sportelli bancari.
Durante il tour la Uilca ha voluto ascoltare il pensiero del mondo delle Istituzioni e della politica, così come quello delle associazioni attive sul territorio e i singoli cittadini, al fine di promuovere un dibattito a tutto campo per l’individuazione di soluzioni condivise che diano risposte alle esigenze espresse dalle comunità locali. Tutto ciò fa anche emergere il ruolo di centralità rivestito dall’intero sistema bancario per la promozione di politiche di sviluppo e della tutela del risparmio. Luciano Marini, Segretario Generale della Uilca Umbria sottolinea l’importanza dell’evento in Umbria, che ha fatto emergere spunti di riflessione importanti, a partire dalla prospettata possibilità di far ripartire il tavolo regionale della concertazione del credito, mai riunitosi in questi anni. Di seguito proponiamo i dati che sono emersi dal campione di interviste svolte in Umbria. – In che misura gli umbri scelgono la banca per soddisfare le proprie necessità di ordine finanziario? La domanda ha per oggetto chi gestisce il denaro, rispetto alla quale 6 persone su10 scelgono solo la banca (59,4%). Il 20,2% sceglie sia la posta, sia la banca, mentre il restante 10,6% si affida solo alle poste. – Con quale frequenza si reca in banca? Circa la metà degli intervistati, esattamente il 54,4%, si reca generalmente nella propria filiale bancaria almeno una volta al mese, di cui il 14,8% una volta alla settimana. Il 22,7% lo fa una volta ogni sei mesi, il 9,1% almeno una volta l’anno, mentre il rimanente dichiara di non recarvisi mai. – Cosa va a fare in banca? Tra le operazioni che vengono effettuate più spesso c’è il prelievo di contante (49,7%), seguito dai pagamenti vari (32,6%), il residuo lo fa per effettuare investimenti o richiedere finanziamenti. – Quanto le manca lo sportello bancario di prossimità? In Umbria, il 59,5% ha percepito la mancanza o la riduzione delle filiali sul territorio, in misura notevole per il 30,6% mentre lo avverte abbastanza un altro 28,9%. – Quanto servono i servizi bancari in Umbria? Per nove su dieci intervistati i servizi bancari in un comune sono molto o abbastanza utili (87,5%), di questi il 69,3% li ritiene molto utili, il 18,2% abbastanza utili. – Quanto piace agli umbri parlare con un operatore bancario? E’ determinante il rapporto umano: parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui servizi bancari e finanziari è utile per il 92%, per la maggior parte del campione lo è addirittura molto. – Cosa rappresenta la banca in termini di utilità per il cittadino? Per ben otto persone su dieci la banca rappresenta un luogo utile per avere supporto ed assistenza in materia di risparmi, di investimenti e di prestiti (78,2%) – Quali sono le conseguenze della scomparsa dello sportello bancario nel luogo in cui si vive Il 50,3% deve impiegare più tempo per raggiungere la banca da quando non ha più lo sportello bancario vicino. Il 19,8% si è adattato all’utilizzo dei servizi online sostitutivi, mentre un 5,7% è costretto ad aspettare la disponibilità di familiari ed amici che lo possano accompagnare. – L’installazione di un bancomat in sostituzione della filiale fisica può essere un’alternativa valida? Per nove intervistati su dieci se si installasse un bancomat al posto della filiale non sarebbe lo stesso. – Per gli umbri la banca online rappresenta in futuro? Se chiudesse la propria filiale bancaria, il 69,1% degli intervistati preferirebbe continuare a recarsi in un ufficio fisico. Nel dettaglio, il 49,3% si recherebbe in un’altra filiale bancaria, il 19,8% in un ufficio postale e il 21,5% utilizzerebbe i servizi della filiale online. – Cosa succede se sparisce la banca nel proprio comune di residenza? Uno su dieci ha preferito lasciare il proprio comune per l’assenza di filiali o comunque di altri servizi essenziali. In generale, per il 57,1% degli intervistati, la mancanza della banca e dei servizi in generale, pone delle serie riflessioni in ordine alla prospettiva di abbandonare il territorio dove si è scelto di vivere. – Quanto è importante lo sportello fisico per effettuare gli investimenti dei propri risparmi? Secondo il 63% la prossimità della filiale bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, di questi, molto per il 30,2% e abbastanza per il 32,8%. – Che giudizio esprime sulla tendenza alla desertificazione bancaria in atto da tempo in Umbria? Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali bancarie nella zona in cui si vive rende insoddisfatte nove persone su dieci, due terzi dei quali totalmente insoddisfatte. – Quali sono le proposte emerse dalle comunità locali dell’Umbria sulla problematica in analisi? In Umbria il 49,7% ha suggerito uno spazio dedicato all’interno del comune ove a turno si possano fissare appuntamenti settimanali con un operatore del proprio istituto di credito come una delle forme di contatto preferita. Per il 25,3%, invece, nessuna delle forme di contatto alternative può sostituire la propria filiale bancaria.
Dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari sono diminuiti del 20,6%, passando da 431 a 342. Il numero dei comuni serviti da banche è diminuito del 15,4% passando da 78 a 66 e i dipendenti del settore impiegati nella regione sono scesi del 23,4%, passando da 3.342 a 2.561. Al 2022 le persone che non hanno accesso allo sportello bancario sono 34.385, pari al 4% degli abitanti. Luca Cucina, Segretario Generale Aggiunto, ritiene imprescindibile proseguire la sensibilizzazione verso le istituzioni locali, non sempre attente rispetto a certe dinamiche. Valentina Gallarato, Segretaria Regionale, sottolinea che oltre alle implicazioni economiche bisogna prestare attenzione anche a quelle sociali, a tutela delle fasce di popolazione più deboli.